storia di MAMME e di FIGLIE
Il primo ricordo che ho della mia mamma sono le sue mani. Mani sapienti a cui nulla era precluso, dalla cura della terra a quella degli animali, dalla competenza con cui tagliava e cuciva alla creatività con cui trasformava la manica di un cappotto, stanco di essere rivoltato, in un delizioso cappellino di feltro. Non si buttava via niente, tutto veniva utilizzato e riciclato secondo la buona consuetudine friulana.
Gli scarpèts friulani tradizionali, attualissimi anche oggi, riscoperti ciclicamente dai designer e artigiani della moda, erano l'emblema perfetto del "riuso creativo". Un pezzo di copertone usurato della bicicletta diventava la suola anti-acqua, i ritagli delle pezze usate per cucire le lenzuola, o le vecchie camicie lise, venivano piegate, ripiegate e poi cucite insieme al copertone a formare uno strato compatto di 1 cm, da dove mia mamma poi ritagliava la forma della suola. La tomaia era sempre un pezzetto di tessuto scartato, a volte di velluto a volte di umile cotone, su cui ricamava minuscole violette e primule.
I FIORI erano la sua vera passione, li curava con amore assoluto nel suo orto (questa nostra versione degli scarpèts sono un omaggio alle sue rose)
o li creava con pezzetti di stoffa e una candela per modellarne i petali. Non ho mai dimenticato quella magia, una bellezza senza tempo che continua ad ispirare i progetti del laboratorio.
Li ritagliava anche dai bozzoli dei bachi da seta, questo l'aveva imparato da sua suocera, mia NONNA paterna, che lei considerava come la sua vera MAMMA e ne era ricambiata come se fosse la FIGLIA più amata.
Come le MAMME possono diventare FIGLIE in una relazione affettiva insolita, così le FIGLIE diventeranno MAMME, un moto perpetuo che continuerà a creare sempre VITA e PASSIONI.